Venerdì 28 aprile ore 10.30 – Auditorium De Gasperi
La vera storia del pifferaio di Hamelin
dalla fiaba dei fratelli Grimm
Produzione SpazioTeatro
diretto e interpretato da Gaetano Tramontana
assistenza alla regia Anna Calarco
musiche Marco Modica
scene e luci Simone Casile
genere teatro di narrazione
durata 60 minuti
foto di scena e rassegna stampa su www.spazioteatro.net
Rileggendo la fiaba dei fratelli Grimm nell’attuale contesto storico sociale, questa versione di SpazioTeatro evidenzia nuovi aspetti, nuove sfumature, restituendo alla figura del Pifferaio una nuova dignità: la dignità dell’artista che fa dell’arte il senso della propria vita e che incontrando le istituzioni viene da esse sfruttato e truffato, il tutto nell’incapacità della società di riconoscerne i meriti e di prendere posizione contro l’ordine costituito.
La dimensione politica e sociale sta quindi alla base di questa riscrittura, che però prosegue parallela alla tradizione; la fiaba peraltro – discesa a sua volta dalla leggenda popolare – si presenta, come le migliori fiabe, ricca di richiami più o meno espliciti alle nostre paure, alle angosce degli adulti verso i propri figli e dei bambini verso l’ignoto, a letture “civili” e psicologiche pratica- mente infinite.
E proprio nel tentativo di intendere la fiaba nel suo significato più puro, quindi simbolico e contemporaneo al tempo stesso, lo sconosciuto pifferaio, lo straniero, il diverso (che non viene da Hamelin, ma ad Hamelin arriva) risalta in tutta la sua condizione di artista, di individuo concreto che offre il suo sapere, le sue competenze, ma che di questo vive e quindi ne reclama i diritti, troppo spesso fra istituzioni sorde e cittadini distratti e chiusi nel proprio piccolo mondo.
Emerge quindi una dimensione etico-politica spesso trascurata: il rapporto con le istituzioni rappresentate da un sindaco sordo alle reali esigenze della cittadinanza e incapace di fronteggiare le problematiche in maniera competente.
Ma parallelamente si sottolinea con forza la responsabilità del popolo circa le proprie scelte, la propria predisposizione individuale a sentirsi parte di una comunità ed assumersi in prima persona la gestione del bene comune, delegando, ma fino ad un certo punto, i rappresentanti che esso stesso – il popolo – sceglie ed elegge.
Ma la storia del Pifferaio è anche la storia del piccolo abitante di Hamelin che a causa di un lieve handicap fisico non riesce a stare al passo coi suoi coetanei, chiudendosi in un mondo tutto suo; e proprio il suo handicap, tenendolo distante dagli altri ragazzi, lo salva e gli dà la possibilità a sua volta di salvare l’intera città e la stessa reputazione del Pifferaio.
Ed è proprio il ragazzino, diventato abbondantemente adulto, che racconta agli spettatori la storia dall’alto della sua esperienza diretta: diventato depositario dei segreti del Pifferaio, le sue parole evocheranno oggetti, immagini e atmosfere per una nuova versione di una delle fiabe più belle del mondo.