lunedì 17 ottobre ore 18:30 | Reggio Waterfront
mercoledì 19 ottobre ore 18:30 | Opera Tresoldi
Prima nazionale
Prima di Riace – Polinice ed Eteocle. La voce di chi resta
Racconto in voci e suoni
con Ilaria Nucera, Cecilia Versace (voci), Rosamaria Scopelliti (voce e suoni)
regia Renata Falcone
Collaborazione scientifica Daniele Castrizio
Produzione SpazioTeatro
Spettacolo per tutti | ingresso libero
Con il sostegno del Comune di Reggio Calabria
REACT-EU PON METRO 2014 – 2020 cod. RC 6.2.1.a – Azioni pilota per un distretto culturale e turistico della citta’ di Reggio Calabria – Sub Int. 1 – 50° Anniversario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace
Il Racconto
“Qualcuno ha affermato che la grandezza di un’opera d’arte si misura con la complessità che la sua analisi richiede.
Se questo è il parametro da utilizzare, mi sembra di poter affermare senza tema di smentita, che i Bronzi di Riace sono una delle opere più complesse, e perciò più intriganti ed affascinanti, che l’antichità classica abbia mai concepito”. (Castrizio)
Il racconto nasce dallo studio delle Teorie riguardanti l’identità dei Bronzi di Riace e si sofferma sull’intuizione del Professor Daniele Castrizio, che identifica il Bronzo e A e il Bronzo B rispettivamente con Polinice ed Eteocle, figli di Edipo, che si sfidano a duello per il trono di Tebe.
Publio Papinio Stazio, nell’XI libro della Tebaide, li descrive in modo preciso, perché li vede a Roma, “forse esposti in una esedra sul Palatino”. Li avrebbe visti anche l’apologeta cristiano Taziano che nel II d.C. ne parlerebbe nel Catalogo delle Statue.
Ed un “nuovo elemento chiarificatore sembra rafforzare questa tesi: il “Papiro di Lille” di Stesicoro di Metauro che, con un colpo di fortuna straordinario, ci offre il testo del discorso che la madre di Eteocle e Polinice nel gruppo statuario dei Fratricidi di Pitagora da Reggio, rivolge ai figli, in procinto di affrontarsi in mortale duello.”
“Statue di bronzo che sembrano attori su un palcoscenico.”
Oggi restituiamo a voi la storia di questi due fratelli, attraverso le parole che ci sono giunte nel tempo. Parole di Eschilo dai Sette a Tebe, di Euripide dalle Fenicie, di Publio Papinio Stazio dalla Tebaide e di Stesicoro di Metauro dal già citato Papiro di Lille.